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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 20/9/2011 - Grande festa per l’edicola di S. Antonio

 

Domenica a Borgo
Grande festa per l’edicola di S. Antonio

 

Borgo «Mio padre è stato colpito da una scheggia durante la ritirata in Russia. A salvarlo è stato il libro di preghiere dedicate a Sant’Antonio che teneva sempre nel taschino». È Fiorella Zuffada a raccontare la storia del padre, l’alpino Marcello Zuffada, classe 1920, che tornato a casa, a Borgo San Giovanni, è stato accolto dal paese intero. Oggi come allora, la comunità si è stretta intorno a Zuffada in occasione della riqualificazione della cappella dedicata a Sant’Antonio che si trova proprio all’inizio del paese. «Quando Marcello tornò a Borgo San Giovanni suo padre, che era il podestà del paese, fece costruire una cappella in onore del Santo che l’aveva protetto durante la guerra», ricordano i volontari che si sono occupati del restauro, dodici compaesani conosciuti come “gli amici della panchina” perché proprio su una panchina si sono presi l’impegno di riqualificare un luogo di culto e di ritrovo per tutta la comunità. «I volontari hanno dato lustro al nostro paese - ha dichiarato il sindaco Nicola Buonsante - occupandosi di un monumento che manterrà viva la memoria, anche quella delle nuove generazioni». Appassiona tutti la storia di Marcello Zuffada che è stata anche raccontata dallo storico e giornalista Giuseppe Mazzara nei “Ricordi di ghiaccio” de “Il Certosino”, l’organo di informazione del circolo culturale “La Certosa” di Graffignana. Costruito nel 1946, il piccolo tempio soprannominato “L’oasi di Sant’Antonio” custodisce al suo interno la statua del santo e una lastra posata nel 2005 con impresso il voto di Marcello che, scampato all’inferno dei campi di concentramento in Russia, aveva promesso di costruire una cappella interamente dedicata al santo che gli aveva salvato la vita. Aperta dal canto dell’inno nazionale, l’inaugurazione ufficiale dell’edicola è stata l’occasione per ricordare la storia di Zuffada. Ecco perchè la terza domenica di settembre sarà d’ora in poi dedicata da tutto il paese alla cappella di Sant’Antonio e alla memoria. “Anche grazie al suo impegno viviamo in una Nazione libera e democratica”, si legge sulla targa di riconoscenza consegnata dal sindaco all’alpino tra gli applausi e l’emozione dei presenti. Alla cerimonia hanno partecipato il parroco don Dino Monico, il Gruppo alpini di Lodi sezione di Milano, l’Associazione reduci e combattenti, la Protezione civile e l’Avis di Borgo San Giovanni. Elena De Monti

 

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